Si celebra l’8 luglio di ogni anno la Giornata Internazionale dedicata al Mar Mediterraneo. Viene istituita nel 2014, con la collaborazione di Earth Day Italia ed il supporto della Marina Militare Italiana, con l’intento di stimolare l’interesse delle comunità verso il suo stato di salute, i pericoli che corre a causa dell’inquinamento e della pesca e verso le strategie attuabili per preservarlo e proteggerne la ricchezza.
Il Mar Mediterraneo
E’ un mare piccolo, perché la sua superficie è solo l’1% sul totale della superficie oceanica, ma la biodiversità mediterranea è significativa, con circa dodicimila specie marine, tra il 4 e 12% della biodiversità marina mondiale.
Il mare italiano, (per noi il Mediterraneo è Mare Nostrum), accoglie nei propri fondali almeno il 70% dei rifiuti gettati nelle acque ed una quantità considerevole di essi è costituita da materiale plastico.
Di grande impatto per l’ecosistema marino mediterraneo sono: la pesca, l’utilizzo di prodotti chimici, la ricerca di combustibili fossili e i trasporti marittimi.
L’Agenzia Nazionale del Turismo segnala la esistenza di un numero crescente di spiagge no-smoke e plastic free, per un totale di 32 Comuni interessati. Il primo traguardo raggiunto dall’Italia, è nel 2016, quando il Sud Sardegna si è guadagnato il riconoscimento come prima meta europea ecosostenibile.
Oltre ai celebri vulcani attivi, come lo Stromboli e l’Etna, il Mediterraneo custodisce numerosi vulcani, alcuni dei quali dormienti che punteggiano il suo fondale.
Il Mediterraneo è conosciuto per una salinità unica, influenzata dalla sua conformazione chiusa. La sua acqua salata, con una media che oscilla tra il 36,2 e il 39% è resa più dolce dalle correnti provenienti dall’Atlantico e dal Mar Nero.
E’ inoltre un mare di connessioni, collegando Europa, Nord Africa ed Asia occidentale. Lungo le sue coste vivono circa 450 milioni di persone di 20 diverse nazionalità, rendendolo un autentico luogo di incontro di culture.
I mari sono importanti per la vita sulla Terra
I nostri mari sono indispensabili per garantire la vita sulla Terra: le acque regolano il clima del nostro Pianeta, producono ossigeno, forniscono nutrimento e sono fonte di sussistenza per centinaia di milioni di persone.
Oggi, i mari sono sottoposti all’impatto crescente delle attività umane. La biodiversità degli oceani, a tutti i livelli è in forte diminuzione a causa degli impatti diretti e indiretti delle pressioni determinate dalle attività umane.
La sovra pesca è tra le principali cause di perdita di biodiversità, insieme alla esplosione della presenza di specie non indigene, le alterazioni fisiche dell’ambiente e l’inquinamento dovute a dragaggi, costruzioni costiere, pesca a strascico, sostanze tossiche, eccesso di nutrienti, rifiuti. Cambiamenti climatici e acidificazione degli oceani sono sempre più fonti di perdita di biodiversità, soprattutto negli ecosistemi costieri più sensibili.
La protezione della biodiversità marina, richiede l’impegno concreto, in prima persona di ognuno di noi: dal consumo di specie ittiche pescate sostenibilmente, al corretto comportamento in spiaggia o al mare e la semplice adozione delle pratiche più corrette per evitare che i rifiuti finiscano nei mari.