Secondo il Global Electricity Review volano il solare e l’eolico grazie soprattutto all’Europa. In calo, a causa della siccità, l’idroelettrico
Oltre un terzo di tutta l’elettricità del mondo è oggi prodotta da energie rinnovabili. Ne abbiamo fatta di strada: nella produzione elettrica ventiquattro anni fa le fonti rinnovabili sfioravano il 19%, oggi siamo a oltre il 30%. Dati, relativi alle ultime analisi del 2023, forniti dalla quinta edizione del Global Electricity Review, report approfondito realizzato dal think tank sull’energia Ember. A trainare il raggiungimento di questo storico traguardo sono stati soprattutto gli sviluppi di eolico e solare: l’energia prodotta grazie a sole e vento è passata dallo 0,2% del 2000 al 13,4% del 2023. Un cammino virtuoso che ha visto, secondo Ember, l’Europa come protagonista assoluta. L’Ue ha infatti registrato il più grande “allontanamento dai combustibili fossili” tra i paesi che producono più CO2 del gruppo OCSE.
Come ricorda Ember – che ha analizzato i dati storici sulla produzione di elettricità di 215 Paesi – grazie alla nuova spinta a trazione rinnovabile “l’intensità di CO2 della produzione globale di energia ha raggiunto un nuovo minimo storico nel 2023, inferiore del 12% rispetto al picco del 2007″. Ma soprattutto, si aspettano gli analisti, la rapida crescita di fotovoltaico ed eolico potrebbe presto portare il Pianeta, forse già alla fine del 2024, a un punto di svolta in cui la produzione di combustibili fossili inizierà a diminuire a livello globale. “Il futuro delle energie rinnovabili è arrivato – ha detto Dave Jones, direttore degli insight globali di Ember – e il solare in particolare sta accelerando più velocemente di quanto si pensasse possibile”.
Oltre ai dati storici i ricercatori hanno analizzato nel dettaglio le cifre sulla produzione di elettricità nel 2023 coperta da 80 paesi che rappresentano il 92% della domanda globale di elettricità. Dall’analisi si evince per esempio come in questi contesti sia stato cruciale il ruolo del solare che di fatto ha aggiunto più del doppio della nuova produzione di elettricità rispetto al carbone nel 2023. Ormai è il diciannovesimo anno consecutivo che la crescita del solare risulta la più rapida, superando anche l’eolico come fonte rinnovabile principale di nuova elettricità.
Se sole e vento trainano la rivoluzione rinnovabile, l’anno scorso a mostrare segnali di contrazione è stato invece l’idroelettrico che a causa della siccità (come in Cina) e delle temperature estreme ha raggiunto il minimo degli ultimi cinque anni. Con la carenza idrica dello scorso anno per ovviare alla diminuzione di energia idroelettrica c’è stato in alcuni Paesi un aumento del carbone che ha portato a una crescita dell’1% delle emissioni globali del settore energetico. “Il 95% dell’aumento della produzione di carbone nel 2023 si è verificato in quattro paesi gravemente colpiti dalla siccità: Cina, India, Vietnam e Messico” si legge nel report.
Al di là della contrazione dell’idroelettrico e l’aumento temporaneo del carbone secondo Ember “la prevista crescita dell’elettricità pulita dà fiducia che una nuova era di calo delle emissioni del settore energetico stia per iniziare, con una riduzione prevista del 2% nella produzione globale di combustibili fossili nel 2024”. Finora, ricordano i ricercatori, l’elettricità ottenuta da fonti pulite ha rallentato la crescita dei combustibili fossili di quasi due terzi negli ultimi dieci anni e metà delle economie mondiali “hanno superato da almeno cinque anni il picco dell’energia fossile”. Per Jones “il calo delle emissioni del settore energetico è ormai inevitabile, ma il ritmo con cui le emissioni diminuiranno dipende dalla velocità con cui continuerà la rivoluzione delle energie rinnovabili”.
Una rivoluzione che, alla scorsa Cop28 di Dubai, secondo i Paesi partecipanti doveva avere in seno una missione: triplicare la capacità globale di energie rinnovabili entro il 2030 e raddoppiare l’efficientamento energetico. Un’impresa tutt’altro che semplice ma che, in caso di successo, porterebbe il mondo “a raggiungere il 60% di elettricità rinnovabile entro il 2030, il che dimezzerebbe quasi la metà delle emissioni del settore energetico, un percorso in linea con l’obiettivo climatico di 1,5°C”. Il rapporto sottolinea infine come i principali fattori per poter aumentare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili siano “l’ambizione politica di alto livello, meccanismi di incentivi e soluzioni di flessibilità”, fattori che hanno dimostrato di funzionare in realtà come “Cina, Brasile e Paesi Bassi”.
“L’espansione dell’elettricità pulita non solo aiuta a decarbonizzare il settore energetico – conclude Jones – ma fornisce anche l’incremento dell’offerta necessaria per elettrificare l’economia. E questo è il vero punto di svolta per il clima”.